Ischia News ed Eventi - Renato Barisani Maestrie del segno

Renato Barisani Maestrie del segno

Opera di Renato Barisani

Arte
Typography

Nei mesi di agosto e settembre presso la Galleria Del Monte arte contemporanea di Forio sarà visitabile una mostra di Renato Barisani Maestrie del segno con oltre quaranta collage dell’ultimo periodo del maestro, il vernissage, alla presenza dell’artista, è previsto per mercoledì 12 agosto dalle ore 21, gli orari di apertura sono 10,30 12 ,30 e 17,30 21,30 tutti i giorni feriali fino al 30 settembre.  

Renato Barisani nato a Napoli nel 1918. renato barisaniAllievo, alla fine degli anni trenta, di Marino Marini e Pio Semeghini, degli architetti Agnoldomenico Pica e Giuseppe Pagano, presso l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Monza, Renato Barisani, fino a tutti gli anni quaranta, esplora e produce nei vari aspetti dell’arte figurativa. Dal 1950 al 1955, insieme a R. De Fusco, G. Tatafiore ed A. Venditti, costituisce il "Gruppo Napoletano Arte Concreta", muovendosi nell’ambito di una ricerca astratto-geometrica di respiro internazionale e segnando l’inizio dell’avanguardia napoletana del secondo dopoguerra. Dal 1953 al 1957 è presente nel "Movimento Arte Concreta" di Milano, partecipando a quasi tutte le mostre, anche storiche, in Italia e all’estero; dal 1960 al 1963 è nella "Nuova Scuola Europea" di Losanna. Nel 1948, 1965 e 1986 è invitato ad esporre alla Quadriennale di Roma; nel 1962 e nel 1972 alla Biennale di Venezia. Nel Natale 1970, Barisani, continuando la sua ricerca sulla luce, realizza l’installazione di un grande oggetto luminoso in piazza Carità a Napoli. Nel 1977 gli viene dedicata la prima importante antologica al Museo di Villa Pignatelli di Napoli, dove vengono esposte opere realizzate dal 1940 al 1975 Negli anni ottanta prosegue la sperimentazione di tecniche e materiali diversi con una lunga serie di collage. Nel 1993 la Krasner Foundation di New York gli conferisce un prestigioso riconoscimento assegnandogli il premio Pollock. Dal 1996 si dedica alla realizzazione di mosaici partecipando con un grande pannello alla rassegna Artinmosaico organizzata presso le Scuderie del Palazzo Reale di Napoli. Nel 1999 presso l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli vengono presentati i fotogrammi realizzati dal 1954 al 1997. La mostra evidenzia le diverse fasi della sperimentazione compiuta da Barisani che, partito dal gioco della trasparenza delle forme -nei fotogrammi della metà degli anni cinquanta-, giunge all'evidenza geometrica delle stesse. Nell’Ottobre 2000 la Città di Napoli gli dedica una grande mostra antologica al Castel dell’Ovo, con opere dagli anni ’50 al 2000. Di tale evento resta in permanenza una grande scultura in acciaio verniciato all’ingresso di Castel dell’Ovo. Nel 2002 partecipa alla mostra “Dal Futurismo all’Astrattismo – un percorso d’avanguardia nell’arte italiana del primo novecento”, tenutasi al Museo del Corso in Roma. Dal 2001 al 2004 ha realizzato opere (due sculture e un grande mosaico) destinate alla nuova metropolitana di Napoli, sculture e bassorilievi in acciaio destinati agli spazi urbani dei Comuni di S. Giorgio a Cremano, Ripe San Ginesio, Giffoni Sei Casali, Casoria. Costante, dagli anni ’50, resta l’impegno di Barisani anche nella realizzazione di ceramiche, vetrofusioni, monili e gioielli d’arte con i quali ha partecipato a varie mostre di rilievo nazionale. La tessitura e gli arazzi sono tra gli ultimi interessi dell’artista. Sono molto numerose le pubblicazioni che hanno riguardato Barisani, sin dagli anni ’50. Opere di Renato Barisani sono presenti in vari musei pubblici ed in collezioni private in Italia e all’estero. Nel 2007 la Galleria Del Monte arte contemporanea presenta la mostra Organismi astratti con venti pitture su tavola. Nel 2008 il PAN Palazzo delle Arti di Napoli gli dedica una mostra personale con le opere più recenti: pitture, sculture e gioielli. “Come lascia intendere la serie di composizioni grafiche raccolta qui in mostra da Renato Barisani, il segno ha plurime dimensioni, plurali maestrie nel fare e costituire il corpo d’immagine. La sua splendida longevità in arte segna oltre che un vivido percorso rimemorante all’interno della personale vicenda artistica, anche un eloquente tragitto coerente e vigile attraverso il tempo e l’identità di un tipico segno di linguaggio per la pittura, e non solo, dei nostri tempi. Quello ancora oggi d’assoluta libertà - dentro l’imperante circuito di figurazioni videosorvegliate - nell’infinita varietà di forme dell’arte astratta. Il segno a volte si fa memoria di se stesso, come nelle xilografie che qui rigenerano certi lavori a china degli anni Sessanta, il loro mobile e monocromo verso informale ora s’incastona in compagini di colore, in alonate marezzature, altre volte s’espande ed amalgama vaporoso di luci cromatiche aerografate sui fogli, altre volte ancora si fa gesto e azione formativa, come nei fogli a collage. Maestrie del segno appunto per le specifiche pratiche e perizie creative con cui l’artista rivisita e rigenera il proprio vissuto immaginativo. Come in natura, il segno di Barisani non estingue, non si spegne e rimette tutto in vita. Si può dire che tra le varie composizioni, nelle sottese calibrature d’immagine, nei loro sospesi e bilanciati accostamenti di segno e colore c’è come un ordine celato di natura che ne tiene in ciascuna la misura, la bellezza dell’ordito. Davvero queste forme-informi dell’arte di Barisani mostrano attingere alle trame virtuali e amorfe della vita naturale. Forme-informi che secondo un pensiero creativo che va da Aristotele a Klee non replicano la natura ma la rivelano. Forse nei tempi correnti di allarmi ecologici e dilapidanti entusiasmi tecnologici occorre puntare a dislocare l’arte in una zona intermedia che ne conservi il potere comune alla natura.” Luigi Paolo Finizio