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La Pannoccia: il sentiero dell'uva

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L'attraversamento della Pannoccia consente di valutare appieno l'entità dell'intervento operato dalle comunità contadine per sistemare terreni in notevole pendenza. Gli insediamenti agricoli furono resi possibili, grazie ad un notevole sforzo collettivo dallo scavo di passaggi a culla nella roccia e dalla costruzione di parracine di sostegno.

Il sentiero della Pannoccia in pratica è una spettacolare mulattiera che dalla località Monterone, estrema propaggine montuosa di Forio, si spinge in alto verso la Falanga superando un vertiginoso dislivello che conduce a casa Pietra Mosca, ultimo insediamento colonico, costituito da un masso-abitazione di proporzioni notevoli, in bilico su di un dirupo, divenuto un punto di riferimento quasi leggendario nella geografia isolana.

Oltre che a casa Mosca il sentiero, percepibile più per intuizione che per la chiarezza del tracciato, porta alla chiesa di S. Maria al Monte, situata al limite con il bosco della Falanga.

Il percorso della Pannoccia, considerato il sentiero dell'uva, per la prevalenza di questa coltura, è caratterizzato da poderi di media estensione con numerosi massi-cellaio che, in un comprensorio particolarmente scosceso evidenziano lo sforzo compiuto dalle popolazioni contadine.

Tra i cellai più significativi per dimensioni e attrezzature inerenti la lavorazione del vino va ricordato quello appartenente a «don Antonio », un anziano contadino che coltiva parte del podere annesso; sull'architrave dell'ingresso si legge la data: A. D. 1677, ed il cellaio dispone internamente di un capace palmento dal quale è possibile desumere il quantitativo del vino che veniva prodotto fino ai primi decenni del secolo; al soffitto del locale, imbrigliate ai ganci di tufo, sono sospese esili travi di castagno per le derrate, mentre alcune prese d'aria, congiunte alle qualità proprie del tufo, assicurano condizioni ottimali per la conservazione del vino.

Esternamente al cellaio, oltre alle attrezzature di servizio, del banco-cucina parzialmente scavate si notano alcune vasche e la gradinata per accedere alla sommità del masso che funzionava da osservatorio.

Di Luigi Ziviellopannoccia