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Il Comune Unico alla finestra

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Ho già avuto modo di affermare che la questione dell’unificazione amministrativa dell’isola d’Ischia in un unico Comune se esce dalla porta sconfitta dall’astensionismo – che significa non partecipazione al problema – dalla maggioranza degli ischitani che hanno impedito il raggiungimento del quorum del 50 per cento più uno rientra dalla finestra. Meglio. Respirerà aria più pulita liberata dalla demagogia, dal personalismo, dal tatticismo, dal campanilismo.

Sulla crisi dell’istituto referendario sia a livello nazionale che locale si è soffermato nel suo domenicale il fondatore de “La Repubblica”, Eugenio Scalfari, nell’edizione del 12 giugno in concomitanza del referendum abrogativo nazionale dai 4 quesiti che ha visto un  inequivocabile schieramento a favore del NO sia di Repubblica che dell’Espresso, i due giornali del gruppo De Benedetti. Mai un giornale ed un gruppo editoriale avevano preso una posizione così aperta, chiara, coraggiosa.

“Bisognerà a tempo debito riformare la legislazione referendaria introducendo il referendum propositivo (quello che esiste in Francia n.d.a.) accanto a quello abrogativo e togliendo il “quorum”. Se una legge vigente non piace o se un gruppo consistente di cittadini vuole proporre una legge, il “quorum” non ha senso come non avrebbe senso per le elezioni politiche e amministrative dove infatti non è previsto” ha scritto Scalfari.

Speriamo che arrivi presto il “tempo debito” delle riforme istituzionali a livello nazionale e locale delle quali si parla da almeno 40 anni – l’abolizione delle Province, l’abolizione del Senato,l’adozione del semipresidenzialismo alla francese, la revisione dell’istituto del Referendum – poiché  tutti convengono che la nostra giovane democrazia repubblicana è fortemente malata ed in pericolo di vita. Non si commette oltraggio o offesa o sacrilegio se si propongono modifiche alla Carta Costituzionale tese al rafforzamento della Democrazia Politica e della Repubblica e non alla sua distruzione. La Francia – la Nazione sorella – dal  1789  ha avuto cinque Repubbliche con 5 diverse Costituzioni  e l’attuale Costituzione della V Repubblica ha già subito 12 volte modifiche consistenti sul funzionamento dello Stato. Perché di questo si tratta. Di far funzionare  meglio lo Stato e le sue articolazioni locali e di estendere e non ridurre  le frontiere della sovranità popolare al tempo della terza rivoluzione industriale, della seconda globalizzazione e dell’Unione dei Popoli d’Europa.

Speriamo per quanto concerne la nostra Regione Campania che arrivi presto la modernizzazione dell’Istituto Regionale e del suo ritorno allo spirito istitutivo della Regione che doveva essere Ente di “legislazione e di programmazione” e non di “amministrazione e che arrivi preso la PIENA ATTUAZIONE  del già riformato Titolo V della Carta che parla delle Regioni, delle Province e dei Comuni che all’art.114 stabilisce che “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle CITTA’METROPOLITANE, dalle Regioni e dallo Stato”.

Nonostante siano passati 21 anni dalla prima riforma degli enti locali – la legge 142/90, 10 anni dal Testo Unico sugli Enti Locali e dalla riforma del Titolo V  le Città Metropolitane previste per le cinque più importanti area metropolitane del Paese  tra cui Napoli NON SONO STATE ISTITUITE probabilmente perché permane la contraddizione del mantenimento della Provincia che se si dice di abolire perché superflua non si riesce per motivazioni politiche a fare.

La Regione Campania – di concerto con lo Stato – dovrà necessariamente affrontare questo problema di riassetto dell’area napoletana che ha una superficie in  riferimento al territorio provinciale di 1171 Km2 con oltre  3 milioni di abitanti contro gli oltre 5 milioni e 700 mila  dell’intera Regione. Questa provincia è divisa in 92 Comuni fra i quali i sei di Ischia, i due di Capri e quello di Procida.

Il primo e più urgente problema che deve affrontare il neo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sarà quello dell’eterna emergenza rifiuti e questo problema interessa tutti i 92 Comuni e potrà essere risolto soltanto con la “regionalizzazione” e non con la” provincializzazione”, come aveva proposto il Governo, poiché nella provincia di Napoli vive il 60% dell’intera popolazione della Campania. La gran parte dei rifiuti di Napoli e della sua provincia dovranno essere smaltiti  in Irpinia, scarsamente abitata e con  zone adatte, a meno che non si voglia adottare il provvedimento di un trasferimento coatto della popolazione con una migrazione biblica. E sull’emergenza rifiuti con la conseguente adozione di un unico centro decisionale, che nascerà – prima o poi  - la Città Metropolitana di Napoli con la scomparsa non solo dell’Ente Provincia ma di decine di altri Comuni ormai inglobati nella Metropoli. Già nel 1931 – in epoca fascista – scomparvero i piccoli Comuni della cintura urbana di Napoli come Chiaiano e Ponticelli divenuti quartieri periferici della città.

Forse l’Ente Città Metropolitana riuscirà a ripristinare il Diritto, a trovare una via di uscita a quello che il Notaio Nino Arturo ha definito un “letamaio giuridico, in materia di pianificazione territoriale di concerto serio e non conflittuale con la stessa Regione e lo Stato poiché occorre un unico piano regolatore generale dell’area.

Ma se nascerà come deve nascere la Città Metropolitana di Napoli dove andranno le isole di Ischia, Capri e Procida che pur facendo parte della Provincia di Napoli, della sua  geografia, della sua storia e della sua economia, non sono parte della Metropoli per la loro specificità insulare e per la loro monoeconomia turistica? Ed è qui che il Comune Unico dell’isola d’Ischia ma anche quello dell’isola di Capri uscirà dalla finestra e si proporrà sul tappeto del dibattito politico nel Consiglio Regionale della Campania e nel Parlamento della Repubblica e forse si comprenderà che chi ha sostenuto con convinzione il SI al referendum consultivo sul Comune Unico oltre a motivazioni di carattere economico e finanziario ha sostenuto con convinzione il mantenimento di una IDENTITA’forte delle comunità dell’isola con un unico Comune FUORI dalla Città Metropolitana e capace di guidare il proprio sviluppo con 3 mila imprese, 40 mila posti-letto, 10 mila lavoratori stagionali ma anche con 30mila pratiche di tre condoni edilizi discussi e discutibili  e con l’urgenza di avviare una “finanza di territorio” capace di riequilibrare il tessuto economico e sociale ed attuare un decentramento civile dell’apparato pubblico.

I fatti sono “ostinati” – diceva Lenin – e prima o poi  daranno ragione a chi è in anticipo sui tempi o avverte prima i cambiamenti necessari. Coloro che sono in anticipo sui tempi – scrive John Kenneth Galbraith nella sua “Storia dell’Economia” sono oggetto di “una  ostilità irrimediabile anche su questioni del tutto scontate”.

Casamicciola, 13 giugno 2011-06-13

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