Ischia News ed Eventi - Da Ischia la costituzione del Distretto Turistico delle “Isole Napoletane” in Sicilia stanno diventando realtà

Da Ischia la costituzione del Distretto Turistico delle “Isole Napoletane” in Sicilia stanno diventando realtà

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Quando siamo stati a Ponza nell'estate del 2009 Gianni Vuoso ed io, per scoprire la colonizzazione ischitana della più importante delle isole ponziane, dal 1931 facente parte della Provincia di Latina già Littoria e sottratta dopo circa due secoli alla giurisdizione della Provincia di Napoli, ci è parso naturale proporre un unico Distretto Industriale Turistico da Ponza a Capri con Ischia al centro come "Isola Madre" che abbiamo chiamato delle "Isole Napoletane".

Infatti – come abbiamo dimostrato nel nostro reportage apparso su "La Rassegna d'Ischia" e nel nostro video "Il Viaggio di Mattia" che è scaricabile su questo sito – Ponza ci è parsa un'isola "napoletana" in tutto tanto che a Gianni venne naturale proporre come titolo "Ponza, l'altra Ischia". La nostra intuizione si è ancor di più rafforzata quando nell'estate scorsa siamo stati a Ventotene realizzando un altro reportage sempre per "La Rassegna d'Ischia" ed il video "L'isola di Altiero" anch'esso su questo sito di www.ischianews.com . Abbiamo proposto un Distretto Turistico che comprendesse 11 Comuni, 2 Province e 2 Regioni naturalmente con la partecipazione del mondo imprenditoriale e delle forze sociali e culturali in modo da rafforzare l'offerta turistica e promuovere nuova occupazione oltre a salvaguardare un legame storico che è stato interrotto con la soppressione dei collegamenti marittimi con le isole ponziane nel 1976 cioè da 35 anni dopo 119 anni!

Non sapevamo bene come si potesse organizzare ed articolare un Distretto Turistico giuridicamente, ma abbiamo pensato che il Testo Unico sugli Enti Locali dà ampie possibilità agli amministratori comunali di promuovere forme di cooperazione economica, al fine di migliorare complessivamente lo sviluppo, non necessariamente formalizzate con la costituzione di nuovi Enti, poiché è sempre in agguato il pericolo, tutto italiano, della trasformazione in nuovi "carrozzoni" mentre la piena competenza della Regione nel comparto turistico ci bastava per avanzare la proposta.

Non sapevamo se altre Regioni si stavano muovendo anche su questa strada dei Distretti sia turistici sia culturali finalizzati all'accrescimento dell'offerta.

Abbiamo scoperto oggi - applicando il nostro "giornalismo comparato" – che la Sicilia da cinque anni ha approvato una legge regionale sui Distretti Turistici proposta dall'allora assessore, Fabio Granata, oggi uno dei leader nazionali del nuovo partito dell'on. Gianfranco Fini. La legge regionale siciliana è la n. 10 del 15 settembre 2005 e fissa i "criteri e le modalità per il riconoscimento dei Distretti" prevedendo la costituzione di 27 Distretti in Sicilia.

"I distretti turistici hanno come finalità quella del miglioramento delle condizioni dell'offerta turistica complessiva, di fruibilità ed accessibilità dei fattori di attrazione situati nel territorio del distretto stesso, nonché all'aumento dei volumi relativi al turismo pernottante e della spesa turistica.

La perimetrazione del Distretto turistico deve tenere conto delle peculiarità del territorio che deve caratterizzarsi per un'offerta integrata e per la presenza di attrattori turistici in grado di costituire autonoma capacità di destinazione turistica" è detto in una nota dell'assessorato al turismo siciliano.

"I distretti devono essere costituiti prioritariamente in forma territoriale tra territori contigui, appartenenti anche a province diverse. E' data possibilità di costituire dei "distretti tematici", tra territori non contigui, ma caratterizzati da un unico tema specifico" continua la nota.

"Ai fini del riconoscimento, il distretto deve avere, pena l'inammissibilità, un'adeguata consistenza demografica di almeno 200.000 abitanti, una significativa capacità ricettiva pari ad almeno 7.500 posti letto complessivi, ubicati all'interno dei comuni facenti parte del distretto e deve possedere almeno un esercizio commerciale ogni 350 abitanti. Il territorio del Distretto deve, inoltre, avere infrastrutture culturali materiali ed immateriali ( siti museali, archeologici, architettonici etc., manifestazioni e/o rassegne con almeno cinque anni consecutivi di rappresentazione) o naturalistiche (parchi o altro)" dice ancora la nota.

"Non potranno essere riconosciuti distretti turistici formati da un'aggregazione territoriale inferiore a dodici comuni.

I distretti devono essere promossi da enti pubblici, enti territoriali siciliani e, obbligatoriamente, anche da soggetti privati che intendono concorrere allo sviluppo turistico del proprio territorio o di più territori. Alla richiesta di riconoscimento dei Distretti Turistici dovrà essere allegato il Piano di sviluppo turistico del territorio di riferimento" sottolinea ancora la nota.

"L'assessore regionale al Turismo, con proprio decreto, provvede al riconoscimento del Distretto turistico e da ciò ne deriva l'obbligo di inserire insieme alla denominazione prescelta per il Distretto, la dicitura "Distretto Turistico della Regione Siciliana" e lo stemma della Regione.

Il riconoscimento dei distretti turistici, infine, è condizione per l'attribuzione dei finanziamenti previsti dalla L.R. 10/2005 e dagli artt. 5 e 6 della legge 29 Marzo 2001, n.135 e dei cofinanziamenti previsti dalle linee d'intervento PO FESR 2007/2013" conclude la nota.

Un giornale siciliano ha commentato di recente che "Ci sono voluti ben 5 anni per arrivare alla applicazione di una legge voluta allora dall'Assessore Granata che era dotato di buoni propositi ma non aveva fatto i conti con la lentezza e la disorganizzazione della regione Sicilia. Infatti grazie alla famosa legge 10 del 2005, Granata mise in ginocchio il già disastrato comparto turistico regionale mandando tutti allo sbaraglio in cerca di una nuova identità. Le aziende provinciali per il turismo furono smembrate e il personale che, comunque aveva acquisito una certa competenza, fu spedito in ogni tipo di ufficio, dalla motorizzazione alla soprintendenza. E nessuno volle metterci mano. Forse perchè alla fine questa situazione di confusione giovava soprattutto agli uffici centrali del turismo regionale che si trovavano a dirigere il settore senza nessun tipo d'ingerenza. Ora finalmente dopo appunto 5 anni si è arrivati a questo decreto attuativo che darà vita ai distretti turistici della Regione siciliana. Questo in seguito alla presa d'atto del decreto predisposto dall'assessore regionale al Turismo, Nino Strano, che ne fissa "criteri e modalità per il riconoscimento". Entra così pienamente in vigore la riforma regionale del turismo, prevista dalla legge regionale 15 settembre 2005, n°10. "Giunge così al termine – ha commentato Strano – un percorso avviato nel 2005 grazie al contributo fattivo del presidente della commissione, Fabio Mancuso, e di tutti i gruppi parlamentari, nessuno escluso, ha concluso il suo iter. Si tratta – ha aggiunto Strano – del superamento delle vecchie logiche provinciali della gestione turistica, per giungere a quella dei territori comuni, o di quelli tematici". Ora toccherà ai territori individuare le proprie vocazioni e cercare delle aggregazioni significative e di tale importanza turistica in grado di poter chiedere il riconoscimento".

Noi giriamo la proposta al neo assessore regionale al turismo della Campania, Giuseppe De Mita, ed ai sindaci delle "isole napoletane" nonché al consigliere regionale, Domenico De Siano ed a quello provinciale, Giosy Ferrandino, anche Sindaco d'Ischia, nonché al mondo imprenditoriale ed alle forze sociali e culturali affinchè la proposta del Distretto delle "Isole Napoletane" sia discussa ed approfondita nel quadro dell'ennesimo annuncio da parte dell'attuale assessore regionale al turismo della nuova legge regionale sul turismo attesa in Campania da almeno 30 anni anche per gli innovativi riflessi istituzionali. Si tratta infatti di un progetto "interregionale" e "interprovinciale" poiché sono coinvolte due Regioni – la Campania ed il Lazio – e due Province – Napoli e Latina – appartenenti a due diverse Regioni.

Insomma anche un esperimento per una nuova politica federalista.

Casamicciola , 16 aprile 11

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