Ischia News ed Eventi - Intervista a Francesco Boschiero, regista del prossimo spettacolo del Premio Aenaria

Intervista a Francesco Boschiero, regista del prossimo spettacolo del Premio Aenaria

Francesco Boschiero

Teatro
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Le Troiane, in scena sabato 31 ottobre alle ore 21:00.
«LA GENTE HA BISOGNO DI ANDARE A TEATRO»
«La gente ha bisogno di emozionarsi. La gente ha bisogno di ridere, di piangere, di arrabbiarsi, di riflettere, perché no, anche di annoiarsi»

Francesco Boschiero è regista, attore e organizzatore di eventi culturali da oltre dieci anni in tutta la penisola. Ha iniziato la sua attività collaborando con registi di fama come Paolo Trevisi mettendo in scena i più importanti classici di Carlo Goldoni. Nel 2002 fonda la Compagnia Teatrale Arte Povera, con la quale si esibirà sabato 31 ottobre al Polifunzionale. Negli anni ha riscosso numerosi successi e ha ottenuto i favori della critica. Alla regia delle più conosciute opere, Francesco Boschiero affianca la sperimentazione unendo diverse forme d'arte in composizioni di alto valore artistico.

Come nasce l'idea di rappresentare le Troiane e qual è il significato, tra i tanti della tragedia, che più ti sta a cuore?
«Troiane nasce dalla esigenza di confrontarsi con un teatro fatto di emozioni allo stato puro, senza "nascondersi" dietro una trama ben costruita od orpelli scenografici. E' stata una scelta coraggiosa fatta di grande sacrificio. Le attrici e gli attori del cast, parallelamente alle prove, si sono confrontati con le loro più intime emozioni affrontando un duro percorso di scoperta di sé stessi.

Troiane è un testo stupendo: Sono passati 2400 anni ed è ancora attualissimo. Io amo un particolare aspetto che si percepisce tra le righe del testo: le troiane sono spaventate, ormai sole, senza una prospettiva felice. Non hanno armi e non posso nulla contro i vincitori che si permettono la peggiore barbarie; ma una cosa ancora hanno ed è la forza di continuare. Potrebbero togliersi la vita visto il vissuto che hanno dovuto sopportare e il futuro che le attende ma non lo fanno. Questo "non mollare" è il loro personale "continuare a combattere"».

Perché rappresentare una tragedia, in un contesto teatrale nazionale in cui ormai passa il messaggio che "a teatro la gente vuole ridere"?
«La gente ha bisogno di emozionarsi. La gente ha bisogno di ridere, di piangere, di arrabbiarsi, di riflettere, perché no, anche di annoiarsi. La gente ha bisogno di andare a Teatro».

Come è stato lavorare con un cast prevalentemente femminile e com'è l'universo femminile dalla tua visuale di artista?
«E' stata un'esperienza che mi ha fatto crescere. Ho avuto la possibilità di lavorare con delle bravissime attrici ma soprattutto delle belle persone. La donna è un'essere magnifico: tanto fragile quanto indistruttibile; capace affrontare i propri demoni più nascosti rimanendo sempre».


Qual è il tuo personaggio preferito nella tragedia, cosa vuoi che rappresenti?
«Tutti i personaggi di "Troiane" sono densi di significato; difficile sceglierne solo uno ma non posso negare di essere particolarmente legato al personaggio di Andromanca perché rappresenta per me tutto l'amore, la positività, il calore dell'universo, violentato e trafitto (come i chiodi che trafiggono la veste dell'attrice) dall'uomo».


Parlaci della compagnia Arte Povera, come nasce, cosa progetta, come cresce nel contesto teatrale "amatoriale" con molte virgolette, italiano?
«Arte Povera nasce nel 2005. Fin dai primi anni io e mio fratello Sebastiano, fondatori della compagnia, abbiamo dedicato tutto il nostro tempo allo studio del teatro nelle sue diverse forme e alla divulgazione di questa magnifica arte.

Siamo riusciti in questi dieci anni a girare tutta l'Italia dalla Sicilia al Trentino e dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia e dopo tutti questi anni abbiamo capito che la cosa più importante che il teatro amatoriale ci ha regalato è l'aver potuto conoscere e apprezzare il nostro Paese, in tutte le sue diversità».


Prossimi progetti, impegni e perché gli ischitani dovrebbero vedere questo spettacolo.

«Troiane proseguirà il tour al concorso nazionale di Fasano (BR) e tornerà poi in Veneto sul finire di novembre a Bovolone (VR).

Parallelamente abbiamo debuttato da poco con una commedia "Niente sesso siamo inglesi" con la regia di Sebastiano Boschiero e stiamo completando la realizzazione di un cortometraggio ispirato a "Metamorfosi" di Kafka per la regia mia e di mio fratello. Ultimo ma di certo non in ordine di importanza, abbiamo stretta una partnership con Ca' Marcello, una villa veneta, all'interno della quale stiamo costruendo degli spazi dedicati interamente al teatro (corsi, spettacoli, prove) e nella quale organizzeremo rassegne di teatro amatoriale e professionistico.

Troiane deve essere visto perché mostra i risultati dell'odio, della paura, della guerra; ma è anche una storia di grande amore e forza interiore. La forza che solo le donne possiedono: risollevarsi, raccogliere i cocci, rimettersi un sorriso addosso e affrontare una nuova avventura».