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Il Comune dell’isola d’Ischia e la lezione di Eleonora

Politica
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E' stato costituito su Facebook un gruppo "Per il Comune Unico dell'isola d'Ischia con l'obiettivo di conquistare il consenso degli amici sul progetto dell'unificazione amministrativa dell'isola d'Ischia votando SI all'imminente Referendum indetto dalla Regione Campania. Le motivazioni sono economiche, sociali e culturali. Ischia è l'isola di noi isolani soprattutto ma anche di innumerevoli "innamorati" di ogni parte del Mondo. Dobbiamo difenderla al di là dello storico Campanile di Casamicciola o Forio o Panza che non è mai stato Comune. Dobbiamo adeguare, per maggiore efficienza, il sistema amministrativo a quello ormai consolidato dell'economia e della sociologia. Al tempo del federalismo e della globalizzazione" così è descritto il gruppo nell'apertura.

In pochi giorni il Gruppo ha avuto oltre 300 adesioni non solo cittadini dei sei Comuni dell'isola ma anche di altre parti d'Italia e del Mondo che amano l'isola d'Ischia in tutta la sua bellezza, unica nel Pianeta, ma amano anche gli "ischitani" prescindendo dalla loro identità comunale.

Il Gruppo ha anche avviato una seria ed approfondita analisi sulle motivazioni di questa unificazione amministrativa. Gli aderenti stanno partecipando ad un dibattito serio sul perché di questa scelta. Si stanno ponendo interrogativi di opportunità, manifestano i loro dubbi, avanzano le proprie convinzioni.

Poiché tutto non resti in un campo virtuale il Gruppo si è dato degli amministratori ed ha deciso di verificare sul piano "reale", dell'incontro "vero" con i cittadini, il consenso ma anche di confrontarsi con quei cittadini, che rappresentano la "società civile", che invece sono di tutt'altra opinione. Insomma un esempio concreto di "democrazia elettronica" al tempo di Internet anche di quanto viene scritto e diffuso su questo nostro giornale telematico Ischianews.com.

La scelta infatti è molto difficile sul piano sentimentale. Le realtà locali dei sei Comuni sono consolidate da oltre due secoli e cioè dal 1809 quando grazie al decennale dominio dei francesi del Regno di Napoli, che anche dove "conquistavano " immettevano le riforme civili di Napoleone di cui i francesi sono ancora e sempre molto fieri. C'era anche un settimo Comune, quello di Testaccio che nel 1873 fu accorpato al Comune di Barano per decreto di Re Vittorio Emanuele II.

A parte la brevissima esperienza del Comune unico all'epoca del regime fascista – dal 1938 al 1945 – l'isola ha avuto sei Comuni – Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Barano e Serrara-Fontana ma ha avuto – dal 1952 al 1972 – un Ente di Diritto Pubblico per la Valorizzazione (EVI) che era praticamente il "super Comune" o la "stanza di compensazione dei sei Campanili" al tempo dei grandi interventi e della politica di incentivi alle imprese della Cassa per il Mezzogiorno.

Sul finire degli anni '60 del '900 ci furono tuttavia i "moti di Panza" con la richiesta di diventare Comune autonomo e liberarsi dalla "dominazione" foriana. Forio del resto fin dal 1934 veniva definita "la seconda capitale" dell'isola da un attento scrittore, Waldimiro Frenkel, nella sua preziosa guida dell'isola.

Per non parlare di centinaia di scrittori, poeti, scienziati, visitatori che hanno descritto le particolarietà dell'isola d'Ischia perfino nei suoi differenti dialetti delle sue diverse località come se Ischia fosse un "Continente".

Non è quindi facile sostenere, contro questi sentimenti, una unificazione amministrativa che ad un primo esame "distruggerebbe" queste diversità.

Ma il Comune unico trova ragione al tempo del neofederalismo italiano, della globalizzazione dell'economia, del processo di unificazione degli Stati nazionali avviato con l'Unione Europea.

Come coniugare la difesa della Storia con le Ragioni dell'Economia e della Finanza? La risposta è nel Testo Unico degli Enti Locali che non solo facilita il percorso di "unificazione amministrativa" dei circa o oltre 3 mila Comuni italiani al fine di raggiungere una "efficienza amministrativa" ma prevede anche che le rappresentanze delle "frazioni" o dei "quartieri" siano opportunamente valorizzate attraverso una partecipazione concreta e responsabile dei cittadini.

Quindi la sfida dei sostenitori del "Comune dell'isola d'Ischia" – questa la nuova denominazione scelta ad indicare una reale unificazione che non significa l'aggregazione degli altri 5 al Comune di Ischia – è soprattutto sul piano della vera ed autentica difesa ed espansione dell'Autonomia Locale in modo che il Comune dell'isola d'Ischia possa veramente usare bene il potere fondamentale del Comune che è quello della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica; i due compiti essenziali che i sei Comuni non hanno saputo fare con le loro cosiddette classi dirigenti in 65 anni poiché ancora oggi l'isola tutta non ha un Piano Regolatore Generale in vigore ed è ingessata da un Piano Urbanistico Territoriale approvato nel 1995 per decreto del Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali, Antonio Paolucci, tecnico di un Governo tecnico, quasi per sottolineare che nemmeno un Governo politico sarebbe stato capace di scegliere in materia di programmazione "attiva" cioè permettere di riordinare uno sviluppo urbanistico, economico e sociale di enorme grandezza poiché è arrivato ad almeno 40 mila posti-letto, 3mila imprese, 13 mila lavoratori iscritti al Centro per l'Impiego ex-Collocamento.

Ed allora è stata scelta dagli aderenti al gruppo per il Comune dell'isola d'Ischia una considerazione di Eleonora Roosevelt tratta dal famoso discorso alla proclamazione dei diritti universali dell'uomo del 1948:

"Dove cominciano, in fin dei conti, i diritti umani universali? Nei piccoli luoghi vicino a casa: tanto vicino e tanto piccoli che non si possono vedere su una qualsiasi mappa del mondo. Eppure proprio questi posti "sono" il mondo delle singole persone: il quartiere dove vivono, le scuole che frequentano, la fabbrica o l'ufficio dove lavorano. Sono questi i posti in cui ogni uomo, donna o bambino, cercano uguale giustizia, eguali possibilità, uguale dignità, senza discriminazione. Se tali diritti non contano "là" non contano da nessuna altra parte. Senza l'azione comune dei cittadini per imporli vicino a casa, cercheremo invano il progresso nel vasto mondo".

Oggi nell'isola d'Ischia c'è un Nord ed un Sud dello sviluppo economico e sociale. Uguali diritti di democrazia e di partecipazione non sono estesi a tutti i cittadini dell'isola. Non sono forniti a tutti le stesse possibilità ed è diversa la vivibilità. Le stesse possibilità di ulteriore crescita economica ed occupazionale non sono colte dall'attuale e spezzettata "classe dirigente" dei sei Comuni.

Ecco perché occorre un "decentramento" economico e sociale che – può sembrare un paradosso – si può avviare solo con una sola "Autorità Amministrativa" che allo stato delle Leggi vigenti è il Comune.

 
 
 
 
Giuseppe Mazzella
Casamicciola Terme,
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