Ischia News ed Eventi - Angeli Matti: I Parracinari

Angeli Matti: I Parracinari

Costruzione di una Parracina a Forio

Architettura
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Era una fresca sera d'estate quando sorseggiando un calice di vino ischitano ed osservando la "parracina" che era di fronte a noi che mio fratello mi disse: "Certo che ascoltare qualche racconto da Nino e Cint' sulla costruzione delle parracine....."

La notte si sa porta consiglio....
Il giorno dopo appena sveglio lo chiamai dicendogli se aveva un po' di tempo libero per scambiare quattro chiacchiere.
"Vieni domattina a colazione". Il mattino seguente alle nove in punto busso alla porta di Via Casa Mattera e nella cucina trovo il "chirurgo delle parracine" che mi aspetta con : pane e pomodoro, cipolle, olive, tonno e alici sott'olio, salame e una bottiglia di vino bianco tutto a Km zero pane compreso.....!

Colazione da Tiffany?

No:benvenuti nell'isola di una volta......
Gaetano Regine (per tutti Nino e' Cint) è forse il personaggio che ogni turista vorrebbe ascoltare, ha fatto di tutto oltre ad essere un padre esemplare, ha imparato sin da piccolo i segreti della coltivazione della vite, ha sposato in tutto e per tutto il principio di madre natura: "come mi tratti così sarai trattato". Ma è la sua capacità di modellare questi capolavori di tufo che ne fanno un "maestro". Mani possenti, collo taurino, ancora oggi potrebbe dare lezioni su come costruire questi muri a secco. Esse venivano usate dalla notte dei tempi dai contadini isolani per contenere i terrazzamenti da destinare alla coltivazione della vite, strappati con il nudo lavoro delle mani ai ripidi pendii dell'Isola. Angeli matti li chiamava il famoso enologo Gino Veronelli. Terrazzamenti e parracine divenuti col tempo il più bell'ornamento che la mano dell'uomo ha lasciato alla nostra Isola. Mi racconta (con la nostalgia di chi ha visto l'isola di una volta) che nei tempi in cui ogni angolo dell'isola era coltivato era uno spettacolo vederle così ordinate, precise e diritte ad affermare la possibilità di abitare e tirare fuori dalla poca terra i legumi, gli ortaggi e il vino per la nostra gente. Oggi sono pochi i "parracinari", quelle che possono essere chiamate le "nuove leve" come Paolo Magnanimo (in arte Paolino U' Mason') oppure Franco Amitrano (per tutti Franco e' Squagl'), senza dimenticare una figura storica come Francesco Calise (Franchino e Nufrio), artisti nel modellare il tufo verde con tanta parsimonia che unita alla passione ne fa degli artisti. Vederli intarsare una balsa, cercare l'angolo perfetto dove intersecare le pietre, sorridere pieni di polvere dopo aver "lavorato e posizionato" la pietra nello spazio esatto che l'occhio aveva individuato. Negli anni anche l'enogastronomia isolana ha voluto ricordare la costruzione a secco tipica della nostra isola, basti pensare al "Parracine" (un vino bianco prodotto con Biancolella, Forastera, Fiano, Greco Bianco) pensato dall'enologo Francesco Iacono oppure le "lumache di parracine" all'ischitana piatto proposto da Riccardo D'Ambra.
Ma oggi il palcoscenico è tutto per lui: Mastro Gaetano, e voglio che sia il maestro a spiegare tecnicamente la bellezza di queste opere d'arte.
"Nino come deve essere la vera Parracina? "
La parracina fatta bene deve avere dei massi molto solidi alla base (lo zoccolo), tali da sostenere il peso di quelli superiori e ancorare bene al suolo la costruzione. Deve essere solida ma permeabile. Dalle sue fessure l'acqua deve trovare uno sfogo per scendere verso il basso. Una parracina che si "ngutta" d'acqua viene giù; rigonfiandosi per poi finire "scarrupata" senza salvezza. Piano piano, abbiamo perso l'abitudine di conservare e curare le nostre parracine. Quando è arrivato un temporale come si deve alcune di queste se ne sono andate "a spasso".Quei canali puliti, alla base della parracina, spesso coperti da un filare di vite, erano in primavera un'oasi per tanti uccelli, quaglie soprattutto. Sul bordo esterno di questa spesso si piantavano i carciofi e si lasciavano a dimora costantemente, tanto facevano tutto da soli. E poi il segreto è quello di avere la pietra verde all'interno e la pietra di "scardone " all'esterno. La salsedine è micidiale ma con questa accortezza le si può preservare dalle intemperie e dall'erosione.
"La scelta delle pietre. Vi sono differenze?"
Le pietre sono un bene prezioso, soprattutto quelle dure, di "montagna viva". Noi le conosciamo come "e ' scardun'" oppure quelle della zona di Ischia Porto che vanno sotto il nome di "e ' zimpr' "La scelta delle pietre varia anche in basa al posto, è inutile usare pietre che solo per sentito dire vanno bene, ricordati che se non rispetti la pietra quella non ti rispetta..... Per esempio una parracina con sole pietre verde a Citara è un suicidio. Le pietre toste, quelle tirate fuori da certe vene laviche che attraversano l'isola, (Zaro-Cretaio-Montagnone) quelle si che sono ancora lì da duecento e passa anni a dimostrarci che si può costruire qualcosa di duraturo che superi il passare del tempo.
Quando hai costruito la prima parracina?
Da piccolo ero sempre con mio padre e lo assistevo nella costruzione , ma non mi permetteva di "adagiare" le pietre. Dopo la sua scomparsa ho dovuto, per forza di cose, iniziare ha costruire la mia prima parracina. Se devo essere sincero non ricordo l'eta' ma stai certo che era prima dei diciotto anni.
Ti hanno mai commissionato un lavoro fuori dall'isola?
Ho avuto diverse commissioni per lavori fuori dall'isola, ma per me le parracine non sono un lavoro ma sono state la mia passione, e quando la sera finivo dovevo tornare tra i miei amici la mia famiglia. Diverse volte ero sul punto di partire per la Germania con commesse grandi, con grandi guadagni ma alla fine ho sempre preferito rimanere qui. Certo mi sarebbe piaciuto esportare questa nostra tradizione ma allo stesso tempo sono contento perché come ti dicevo la passione non si baratta.
Quanto tempo si impiega nella costruzione di una parracina?
Ogni qualvolta ho iniziato la costruzione di una parracina ho sempre detto che non davo un tempo. Una pietra può farti perdere molto tempo se non trovi la vena esatta. E poi cosa importante la parracina va costruita a secco. Oggi sento dire di grosse parracine, e quando per curiosità la vado a vedere mi accorgo che sono costruzioni "perfette" con le pietre tagliate da seghe elettriche e mantenute insieme con il cemento, costruite in poco tempo Queste non sono parracine, sono bei muri ma non chiamatele parracine per rispetto di gente come la buona anima di mio padre o di Franchin' e Nufrio.
Ci salutiamo promettendoci che non appena si riprenderà dall'acciacco del momento mi mostrerà le più belle Parracine dell'isola, quelle costruite senza l'assillo della consegna, quelle che hanno visto le pietre cambiare posizione più di una volta prima di adagiarsi eternamente nel loro spazio. Esco dall' abitazione in via Casa Mattera con la convinzione che esistono persone che in silenzio hanno costruito dei veri e propri capolavori e spero che il tutto non vada perso, penso ai tanti artigiani di arte povera, figure quasi inghiottite da un processo tanto veloce quanto scontato qual'è la globalizzazione, mode e tendenze ci guidano in un percorso fatto di conoscenze, confronti, crescita ma di tanto in tanto questi processi andrebbero frenati e confrontati con la storia, e noi isolani ne siamo pieni. Nessuna retorica perché è giusto guardare avanti ma sicuramente bisogna riflettere se non altro per preservare il nostro status di isolani che vivono di tradizioni, e le Parracine sono una tradizione evolutasi negli anni e la loro presenza è un monito per ricordarci che " senza storia non c'è'futuro" ad Ischia così come in ogni angolo del mondo.
Nei vostri giorni di vacanza se amate andare alla scoperta di frammenti del passato e della nostra storia, non solo quella moderna, ma anche la storia feriale, di tutti i giorni, la vita minuta dei campi e dei contadini che ancora oggi trascorrono le loro giornate "nella terra", allora vi consiglio di fermarvi un attimo guardarvi intorno, ammirare i terrazzamenti ed i capolavori nati dalle mani di gente come "Nino e cint' " che senza computer, scanner, fax ma solo grazie all'esperienza di una vita dedicata a quest'arte, tanto povera quanto nobile, hanno impresso un marchio e modellato il paesaggio ischitano.paracine2