Ischia News ed Eventi - L’isola inaspettata dei coniugi Jones del “National Geographic”

L’isola inaspettata dei coniugi Jones del “National Geographic”

Poesie e racconti
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Dorothea e Stuart Jones erano due giornalisti-fotografi americani della più importante rivista geografica del mondo, il "National Geographic", quando si fermarono ad Ischia probabilmente nella primavera del 1953. Scrissero un eccezionale reportage apparso nel numero di aprile 1954 e che Raffaele Castagna ha voluto interamente riproporre, con l'ampia documentazione fotografica nella sua "Rassegna d'Ischia" del mese di giugno 2010.

Perché Dorothea e Stuart vennero ad Ischia nel 1953 non sapendo nemmeno dell'esistenza di quest'isola "vicino a Capri" ? Iniziano il loro reportage proprio raccontando la scoperta o l'incontro e ne fanno il titolo: " Ischia, Island of the Unexpected" .

"Improvvisamente, fuori dalla foschia del Mediterraneo, ci appare un'isola verde, come per un trucco di prestigiatore. Dal ponte dell"Indipendenza" stavamo guardando la massa crescente del Vesuvio, oltre lo smog di Napoli, e cercando l'isola più famosa di Capri. Questa isola inaspettata sembrava più attraente. Piacevoli pini, come ombrelli proteggevano le bianche spiagge sparse tra audaci promontori. Le desolate rovine di un castello s'elevavano sulla scoscesa costa orientale. I villaggi erano disposti lungo la costa settentrionale e la gente si muoveva fra case di colore rosa ed ocra..." Stuart ricorda che l'"isola fu un "rest camp" dei servizi dell'armata britannica (vedere "Ischia, base navale inglese 1943-1946 di Giuseppe Silvestri – Valentino Editore 2005 n.d.r.) mentre la vicina Capri servì allo stesso scopo per gli americani".

"Questo sembrò una buona opportunità per controllare – scrive Stuart – l'asserzione di un amico inglese che Ischia, quasi cinque volte più grande di Capri, era "cinque volte più bella".

I due giornalisti raccontano del trasporto della loro Fiat 500 "giardinetta" su un "piccolo piroscafo da carico", la sosta a Procida, le navi nel porto del XVIII secolo per la lavorazione del film di Burt Lancaster "Il corsaro dell'isola verde" , la loro guida Ugo Morelli, la scalata al Monte Epomeo di "2.585 piedi" , le occupazioni degli ischitani nelle tre principali attività: "pesca, produzione di vino ed allevamento di grandi famiglie" . Descrivono Ischia come "isola senza importanza strategica "ma con "abbondanza di fascino naturale e calda ospitalità" , la loro visita al Castello Aragonese che "stava cadendo in rovina" , il ricordo del terremoto del 1883 da parte degli abitanti di Casamicciola, il modo di vivere degli ischitani "gioiosamente informale" , la partecipazione degli isolani alle campagne elettorali per le elezioni politiche con la "battaglia dei manifesti" , l'arrivo delle navi-cisterna da Napoli con l'acqua potabile, i mercati del pesce, il commercio ambulante, la vendita del latte attraverso le strade con le capre munte dai clienti stessi, l'incontro con i personaggi locali come l'archeologo Giorgio Buchner che spiega loro l'importanza della storia dell'isola prima colonia greca dell'Occidente dello VIII secolo a.C., la scoperta dei bagni termali, la festa di S. Restituta, la patrona dell'isola, la vita dei pescatori ischitani che "pescano di notte" , la lavorazione della raffia a Lacco Ameno il lavoro delle donne per aiutare la famiglia, i piccoli calciatori sulla spiaggetta di S. Angelo, l'incontro con il pittore Edoardo Colucci, la pietanza del coniglio ed infine i barili di vino.

Ritornarono a Napoli con la loro Fiat 500 "giardinetta" su un battello che gli ischitani chiamavano "i motori" probabilmente l'" Ondina" o il "Trento" dell'armatore privato Nicola Monti. Il "motore" partiva alle 6.30 del mattino dal porto di Ischia o dal molo di Casamicciola per il porto di Napoli e faceva ritorno la sera. Erano barconi per il trasporto delle merci e trasportavano anche i "corrieri" ed i "vinaccieri" cioè i venditori di vino e qualche automobile. Scrivono:

"La maggior parte dei nostri compagni di viaggio erano vestiti rudemente. Fra loro c'erano uomini che vennero a bordo portando sulle spalle barili di vino. A Napoli passavano tutta la giornata a vendere vino al minuto, usando un tubo di gomma per travasarlo dai barili ai contenitori.

Da una borsa di carta uno degli uomini trasse un paio di uova sode ed un panino straordinario. Era un piccolo polpo fritto tra due enormi pezzi di pane. Lui aprì il panino ed esaminò il suo contenuto con piacere, poi mise di nuovo tutto insieme; noi ancora potemmo vedere i piccoli, arricciati tentacoli. Lui prese un grande morso, ci guardò e ammiccò. Nessuno di noi invidiò proprio quest'uomo né il suo panino col polpo né il suo lavoro di venditore di vino, ma avvertimmo che lui aveva almeno un vantaggio.

Lui sarebbe ritornato ad Ischia la sera e noi non avremmo potuto" .

Buon Natale 2011 e Felice Anno 2012 dallo staff di Ischianews ed Arrivederci ad Ischia, l'isola senza tempo!!!!

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