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Casamicciola o della discontinuità

Porto di Casamicciola Terme

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° Esce dal consiglio comunale una intera classe dirigente degli ultimi 18 anni -  ritorni e nuove entrate – un paese in ginocchio che deve essere posto al centro dello sviluppo dell’isola d’Ischia con un “protagonismo politico”-

Forse proprio il risultato del voto di Casamicciola è il segno di una discontinuità amministrativa rispetto ad un passato di circa vent’anni. Con la vittoria di Arnaldo Ferrandino e della sua lista “Rispetto per Casamicciola” (54, 55%) scompare dal consiglio comunale una intera classe dirigente che per circa vent’anni – dal 1993 con le prime  consultazioni con l’elezione diretta del sindaco ed il ritorno al sistema maggioritario come prima del 1975 – con continui cambi di maggioranza è stata presente nel consiglio comunale e nella formazione di innumerevoli giunte. Non siederanno più in consiglio comunale  l’ex- sindaco Vincenzo D’Ambrosio, Salvatore Sirabella, Roberto Monti, Francesco Capezza, Giovan Battista Castagna, Leonardo Miragliuolo  tanto per fare qualche nome mentre il candidato sindaco della lista “Tutti per Casamicciola”, Peppe Silvitelli, siederà all’opposizione dopo oltre 10 anni in compagnia di Ignazio Barbieri (10 anni di vita politica) e Stanislao Senese (5 anni di assessore). Poiché l’ex-sindaco Giuseppe Ferrandino dal 2002 al 2007 vedeva la sua squadra divisa – 6 con Arnaldo e 6 con Silvitelli – non credo si possa ritenere vincitore assoluto come ad Ischia Città. E’vincitore “relativo”. La squadra di Arnaldo era a mio parere una “Concentrazione Democratica”– in questo spirito  l’ho votata con la preferenza al giovane commercialista Vittorio Di Meglio alla sua prima candidatura – con volti noti e volti nuovi. Lo stesso Arnaldo ritornava dopo 10 anni di assenza dalla vita politica attiva.

Questa “Concentrazione Democratica” - dove per la prima volta dopo vent’anni ritorna un socialista come Peppe Zabatta che si riconosce nelle posizioni del presidente della Giunta Regionale Stefano Caldoro  quarto dei setti eletti – dovrà affrontare un lavoro immane se si vuole, come si deve, risalire la china.

Il 9 febbraio scorso annunciando la nascita di un “Movimento per la Riscossa Civile di Casamicciola”ho scritto fra l’altro:

“Ho sostenuto con profonda convinzione il progetto del Comune Unico dell’isola d’Ischia. Da anni. Fin dal 1979 con quell’indimenticabile convegno con Marcello Vittorini organizzato dal PSI al Regina Palace di Ischia  insieme a Franco Borgogna – che partecipò direttamente alla mia inchiesta sul “Roma”al quale collaboravo – ed ad Antonino Italiano. Ci rendemmo conto, fin da allora, che lo sviluppo economico galoppante dell’intera isola d’Ischia in tempo di espansione, che si manifestava immediatamente con il “sacco dell’edilizia abusiva”, richiedeva una “semplificazione amministrativa”. Fra le nostre amarezze e le nostre delusioni della generazione sessantottina  ci dobbiamo portare per sempre quelle di aver abbandonato il metodo della politica con passione e coraggio per modificare la realtà, per attuare il sogno della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica. Il vero “cambiamento genetico”dei socialisti – democratici o liberali come eravamo e siamo – nei terribili anni ‘80 in cui il PSI divenne un partito di “nani e ballerine”come lo definì Rino Formica avvenne proprio sul terreno della Programmazione che fu sostituita dalla “conversione” effettiva al “turbo capitalismo”che nasceva nella fase di espansione con la “Milano da bere”.  Ma i nodi del capitalismo restavano sul tappeto. Chi ha studiato Joseph A. Schumpeter (1883-1950) lo capisce.

Ma questi sono rimpianti per un uomo che “ha più scia di poppa che acqua di prua”, come diceva l’indimenticabile ammiraglio Natale Proto, nella sua navigazione della vita.

Se controlliamo questi rimpianti e queste delusioni, se diventiamo realisti più del Re, se  riusciamo a farci una siringa  di  entusiasmo per fare la nostra parte sui “problema della crescita economica”che viene richiamata dal nostro primo ministro Mario Monti, tecnico prestato alla politica in questa fase di decadenza e di recessione economica terribile, nel nostro sistema locale di sviluppo dell’isola d’Ischia guardando al futuro dei nostri figli ormai grandi  e dei nostri  nipoti ancora troppo piccoli, dobbiamo richiamare tutti gli uomini e le donne “della Responsabilità”a “riformare se stessi”, come ci ammoniva il prof. Edoardo Malagoli, per  progettare e realizzare uno sviluppo sostenibile in grado di rilanciare il nostro sistema economico e sociale al fine di evitare lo “spopolamento dei cervelli e delle professionalità”che già sta avvenendo. Ormai i padri e le madri  che hanno fatto anni ed anni di sacrifici per dare una laurea ed un’alta professionalità ai loro figli cominciano a guardare oltre il mare che ci separa dal Continente. Mandano i loro figli a Roma, a Milano o addirittura a Londra o a Parigi affinchè trovino un lavoro dignitoso non potendolo conseguire qui. Così diventiamo un’isola di “immigrati”per le basse professionalità (badanti, lavapiatti, zappatori,operai comuni etc.) e di “emigranti”per le medie ed alte professionalità dei nostri figli con lauree e master che anche oltre il mare non trovano per la recessione un lavoro dignitoso. La recessione è mondiale poiché questa è la seconda globalizzazione della Storia.

Su questi argomenti c’è poco spazio per la demagogia , per il trasformismo, per l’affarismo. Non abbiamo intenzione di ricominciare una carriera politica – e con questo clima decadente!  -  a sessanta anni  ma sono proprio i tempi bui che ci impongono la Politica come un dovere.

Così un Movimento di Riscossa Civile per Casamicciola nasce  per  affrontare con realismo la situazione drammatica di un Comune dell’isola d’Ischia non solo come ente locale ma come micro sistema economico e sociale e la sottopone alla pubblica opinione non solo della cittadina ma dell’intera isola d’Ischia perché proprio la vicenda di Casamicciola ripropone, oggi più di ieri, la necessità di una sola Autorità di Governo Democratico dell’intera isola d’Ischia. I dati economici sullo sviluppo – alcuni ho cercato di darli con il mio libro sulle “Luci e ombre”– vengono messi in secondo piano nella facile polemica della stampa nazionale – “il Corriere della Sera”e “La Repubblica”– rispetto alla speculazione edilizia come se gli ischitani ,che sono 65mila, non avessero un sistema economico di 3mila imprese con 13mila iscritti al Centro per l’Impiego e 9500 pratiche di  indennità di disoccupazione  licenziate ogni anno dall’INPS e cioè più dell’intera provincia di Benevento o Salerno addirittura; come se questi 65 mila ischitani vivessero  al tempo di internet del lavoro nei campi o dalle rimesse degli emigranti che arrivavano nelle lettere dei nostri parenti degli Stati Uniti d’America con i 10 dollari dentro e con i “pacchi”dei vestiti  fuoriuso”.

Ma nessuno si interroga:  come un sistema economico” ipermaturo e squilibrato” imperniato sul turismo possa sopravvivere con la “mummificazione”della espansione codificata in un Piano Urbanistico Territoriale “ministeriale”del 1995 che vieta ogni modifica del territorio ridicolizzando – per definizione – la stessa parola: “Programmazione”?

Ma come è possibile la “crescita”che invoca Monti nel nostro sistema sociale ed economico dove su 46 Kmq. vivono 65 mila persone? Come può affermare l’assessore regionale all’urbanistica, Marcello Taglialatela, che solo nell’aprile 2013 si potrà modificare il Piano Urbanistico Territoriale e cioè quando le Province “consegneranno”il Piano Territoriale di Coordinamento che è uno strumento inutile da parte di un Ente Locale che verrà sciolto? Nel frattempo – dice Taglialatela – i Comuni dovranno fare i Piani Comunali di Recupero. Ormai si è perso il conto della stessa terminologia dei piani e programmi.

Ed allora che fare? Se i Consigli Comunali non sono il Parlamento né il Consiglio Regionale che possono legiferare – e la Regione in materia urbanistica deve “concertare”il nuovo Piano Paesistico con il Governo perché abbiamo il cosiddetto “Codice dei Beni Culturali”– come possono esercitare la cosiddetta “pianificazione attiva” se sono dentro ad una gabbia giuridica?

Ecco allora la pratica del realismo – dove il Sindaco NON è il podestà ma solo il “primo cittadino”-   e la proposta della “coesione economica e sociale”dell’isola d’Ischia pur con lo spezzettamento in sei Comuni  che ha determinato un “Comune-Città capoluogo”con 5 “periferie”più o meno grandi rispetto al Capoluogo che vivono lo “sviluppo squilibrato”dal punto di vista economico, finanziario, sociale, civile, politico.

Se permane questo Piano Paesistico – almeno per altri 5 anni se va bene ! -  si potranno  fare solo i Piani di Recupero: Casamicciola ha una superficie coperta di almeno 60mila mc. rappresentati dal complesso Pio Monte della Misericordia, dalle strutture termali dismesse a Piazza dei Bagni ed a La Rita, e quindi Casamicciola ha bisogno di un rilancio urbanistico a servizio non solo di se stessa ma di tutta l’isola d’Ischia. Ecco perché ritengo – senza campanile – che Casamicciola ha bisogno di  una rinnovata classe dirigente non solo della politica ma degli alberghi, delle terme, del commercio. Casamicciola non ha più grandi imprenditori locali (faremo un’analisi  su questa affermazione partendo dai numeri!) . Le maggiori strutture  alberghiere e commerciali sono possedute da forestieri mentre ha il più “puzzolente”mercato comunale “provvisorio”che si sia mai visto in Italia situato proprio fra le rovine della sua Storia!

Il Piano per la Trasformazione Urbana – ai sensi dell’art. 120 del Testo Unico degli Enti Locali – diventa NON solo un Piano di Sviluppo ma un PIANO PER L’ OCCUPAZIONE perché dovrà prevedere 200-300 occupati e dovrà essere attuato con Lacco Ameno e dovrà essere una opportunità per tutto il mondo del lavoro e dell’istruzione dell’isola d’Ischia. L’isola-solidale è questa..

Il Movimento di Riscossa Civile ( “rivolto ad illustrare le virtù che formano il vero cittadino e conquistano o mantengono il buon governo”(Devoto Oli) si propone tutto questo ed i  promotori  forse sono sulla strada dell’Utopia.

Gli altri però non hanno che vicoli ciechi. Ma fino a quando il popolo non comincerà ad aprire gli occhi. Poi dopo il buio verrà la luce”.

Mi auguro che la nuova maggioranza di Arnaldo Ferrandino possa aprire una nuova stagione per Casamicciola: di risanamento delle finanze comunali, di riorganizzazione degli uffici e dei servizi e delle società cosiddette “partecipate”, di trasparenza amministrativa con l’attuazione della legge 241/90, di predisposizione  e di attuazione di un Piano di Recupero degli Immobili abbandonati con la progettazione di una Società di Trasformazione Urbana pluricomunale ai sensi dell’art. 120 del Testo Unico insieme al Piano di dettaglio dei due condoni edilizi, unendo concretezza ed entusiasmo  con una grande passione civile e con un grande “protagonismo politico”per avviare un “Tavolo di Concertazione Permanente”con gli altri Comuni  per uno “Sviluppo Possibile”.

Insomma una Riconquista della Speranza.

Casamicciola, 8 maggio 12

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