Ischia News ed Eventi - Epomeo in sella

Epomeo in sella

A cavallo sul Monte Epomeo

Animali e natura
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Tra le fotografie del mio album non manca di certo quella che immortala la mia prima visita al Monte Epomeo.

Capelli a caschetto, quattro anni o poco più, sorridente, a cavalcioni su un cavallo per raggiungere la vetta. Una tappa obbligatoria per chi vuole conoscere Ischia, conosciuta da sempre come isola di terra.

Una meta apparentemente irraggiungibile ed aspra, dove la rigogliosa vegetazione cede il passo al tufo verde, ricreando un luogo di meditazione e di energia unico.

Da qui è possibile raccogliere il sole nel palmo di una mano, immenso al tramonto, con i colori dell'arancio e le sue sfumature che dipingono l'orizzonte. Con l'indice si possono toccare tutti i punti, delineando il perimetro dell'isola. Basta spingere lo sguardo un po' più in la, per vedere Capri con la penisola sorrentina, Pozzuoli, il Litorale Domitio. Ecco anche Ponza e Ventotene. Si può seguire lo stivale a perdita d'occhio fino al Circeo. Il mese scorso, dopo le piogge, era visibile persino l'Appennino.

Raggiungere l'Epomeo con gli animali da soma è una tradizione che si è ripetuta di generazione in generazione per anni. I nonni spesso ne parlano ricordando simpatici aneddoti. Basti pensare che mentre a Lacco Ameno Angelo Rizzoli parlava già di turismo, a Serrara la popolazione era ancora contadina. Si camminava spesso a piedi e i principali mezzi di trasporto erano quelli in sella a muli, asini e cavalli. C'era solo una Corriera che girava due volte al giorno.

Nel periodo estivo, quando non si lavorava nei campi, gli uomini scendevano in piazza con gli animali e guidavano i turisti sul Monte Epomeo. Allora esisteva il capo ciucciaro al quale era affidato il compito di garantire l'ordine e stabilire le precedenze. Era un ruolo ambito, tant'è vero che spesso si faceva anche a botte. Le visite erano così frequenti che ci si dava il turno. Dal tramonto fino all'alba si poteva salire e scendere fino ad undici volte.

Cerco di immaginare, di immedesimarmi, ma oggi, che questa tradizione è andata scemando, mi risulta un po' difficile. Ecco perché mi ha entusiasmata l'iniziativa Epomeo in sella che ho scoperto per caso guardando una brochure.

Con Simona, un'amica di Bologna, e Noelle decidiamo di infilare jeans e scarpe comode.

Il punto d'incontro è il piazzale del negozio di souvenir Miscillo alle 19.00. Orario consono per godere del tramonto ed evitare saune. E' lì che scegliamo le nostre compagne di viaggio a quattro zampe. Il mio istinto spinge verso Conchita, Noelle sceglie Gianna, Simona Jessy. A guidarci saranno gli amici di Epomeo in Sella. Cicerone d'eccezione Agostino Iacono. E' lui con Giuseppe Zabatta ed Eugenio Iacono ad aver fondato questa associazione. Ad aiutarli i giovanissimi Cristian, Emmanuel, Giuseppe, il Colonnello e persino alcune ragazze, come Iolanda, Ilaria, Silvia e Teresa.

Durante il nostro percorso, mentre Conchita cerca insistentemente di mangiare dell'erba, attraversiamo il bosco di castagni che fa da ombrello con le folte chiome. Notiamo anche il pioppo argentato, le querce. Più in la, il primo belvedere e ancora qualche ginestra, che da giugno colora la macchina verde di un giallo intenso. Questi luoghi mi fanno venire subito in mente la gustosa "menesta maretata" della signora Mercede, che a Serrara troverete al bar Epomeo. E' lei che custodisce la saggia cultura contadina. Il segreto di questa bontà è racchiuso in un misto di erbe selvatiche dai nomi apparentemente sconosciuti come u' Papagn', a' cinagular', a borrace, tunz' e paparastiell'.

La nostra sosta è poco prima della vetta dove si trova la Chiesa più antica dell'isola, dedicata a S. Nicola di Bari scavata nel tufo. Accanto l'eremo ristrutturato ed ampliato nel 1754 da Giuseppe D'Argouth, all'epoca capitano del Castello Aragonese, che sopravvisse all'attacco di soldati nemici facendo voto e ritirandosi insieme ai compagni d'armi qui, dove morì il 17 Agosto del 1778. E' tutto chiuso e diroccato, ma ascoltiamo attente quanto ci raccontano le nostre guide.

Procediamo poi per il punto più alto, aspettando che il sole si tuffi e sparisca all'orizzonte, mentre scattiamo delle foto e chiacchieriamo. Agostino siede a cavalcioni con naturalezza sulle rocce a nido d'ape, modellate dal tempo. Si vede che questo luogo gli appartiene, che questo verde, il profumo dell'aria fresca, i rumori del bosco, gli riempiono lo sguardo e anche il cuore. Ha voglia di far rivivere questo luogo, di impegnare attivamente i giovani, di recuperare le tradizioni.

Cominciamo la discesa. Sono le 21.00. Nonostante l'ora, ci balena per la testa l'idea di aspettare l'alba, dormendo almeno una notte sul Monte Epomeo, proprio come si faceva diversi anni fa. Noelle ed io ci guardiamo divertite, pensando che sarà senz'altro una delle cose da fare la prossima estate quando Simona ritornerà.

Info utili

Via Epomeo, 22 - 80070 - Serrara Fontana (NA)

tel.: +39 081999566 / +39 328.46.12.073 - 333.25.21.882

A richiesta, una navetta vi preleverà dal centro di Serrara per accompagnarvi al Miscillo souvenir.

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