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Ischia, ed i sapori di terra

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Cucina e Tradizione
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La storia di Crateca e dei fratelli Castagna nel giorno di S. Martino

Lacco Ameno d’Ischia, venerdì 11 novembre 2011 - S. Martino

“….C’è più lenta ancora della storia della civiltà, quasi immobile, una storia degli uomini nei loro rapporti stretti con la terra che li ha partoriti e che li nutrisce. E’ un dialogo che non cessa di ripetersi, che si ripete per durare, che può cambiare e cambia in superficie ma continua tenace come se fosse fuori dalla portata e dalla misura del tempo”.

L’osservazione del grande storico Fernand Braudel viene alla mente ed all’occhio visitando per la prima volta la tenuta dei fratelli Castagna - Arnaldo, Piergiovanni e Gianpaolo – posta nel Comune di Lacco Ameno nell’isola d'Ischia a 250 metri sul livello del mare, in una località che si chiama “Crateca” derivante da “cratere” perché tutta l’isola è costituita da una serie di vulcani di cui il più grande è l’Epomeo con i suoi 788 metri e che proprio da questa tenuta si può raggiungere attraverso un antico sentiero.

La tenuta dei fratelli Castagna si estende per 56mila mq. Metà è un bosco di castagni e l’altra metà è coltivata a vigneto. I vitigni sono i tipici dell’isola d’Ischia: biancolella e forastera.

E’ stata ricostruita pietra su pietra l’antica casa colonica e la cantina, una costruzione rurale del XIX secolo di circa 500 mq. che dà un’ idea dell’ importanza della tenuta.

Per secoli le popolazioni dell’isola hanno vissuto con i prodotti della terra, e ne hanno fatto commercio con la loro “ marineria” con altre isole del Mediterraneo e con il Continente. L’economia era fondata sul “remo” e la “zappa” come racconta il nostro storico locale Giuseppe D’Ascia ( 1822-1889). .

La “zappa” permetteva di coltivare i terreni strappati alla montagna e protetti dai muri a secco che si chiamano “ parracine”.

La qualità dei terreni , la bontà del clima, la presenza di sorgenti d’ acqua potabile permettevano uno sfruttamento “ intensivo” della terra che dava tutto.

Il “ remo” permetteva  di  navigare nel Mediterraneo sia trasportando il principale prodotto della “ zappa” e cioè il vino sia di pescare e di vendere il pescato sui mercati ittici di Napoli e Pozzuoli.

Ogni “casale” aveva comunque il suo porto: la città d’Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio e S. Angelo con la sua flottiglia e la sua marineria. E’ stato così per secoli fino alla metà degli anni ‘50 del ‘900 quando l’economia turistica ha preso il sopravvento su quella agricola. Ma oggi c’è un grande risveglio dell’economia della “zappa”. Un vero e proprio “rinascimento” della viticoltura di qualità. Ci sono 23 aziende agricole dell’ isola con la loro “ strada del vino e dei prodotti tipici” che rafforzano la qualità dell’offerta turistica di Ischia.

Questo “Rinascimento” della viticoltura ha radici profonde nel “rapporto stretto con la terra dei nostri avi”

Questo “dialogo” –“non cessa di ripetersi, che si ripete per durare, che può cambiare e cambia in superficie ma continua tenace come se fosse fuori dalla portata e dalla misura del tempo”.

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Testo di Giuseppe Mazzella

Riprese e foto di Francesco Rando

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