Ischia News ed Eventi - Lettera aperta al giornalista Gaetano Ferrandino per un suo scritto su il Golfo dal titolo “la gara Caremar apre una nuova era”

Lettera aperta al giornalista Gaetano Ferrandino per un suo scritto su il Golfo dal titolo “la gara Caremar apre una nuova era”

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e sul titolo in un certo senso forse possiamo essere d’accordo; ma l’articolo fa rabbia poiché va oltre la disamina del contesto e dei fatti ed esprime una ineluttabilità di un evento che a dire del giornalista è necessario e senza “ inversione di rotta”. Un articolo che esprime rassegnazione e curate  riflessioni  che rientrano nella logica di un liberismo economico “ tocca sano” in contrasto con il grande valore civile e sociale che ha caratterizzato la legge 169/75 istitutiva della Caremar; una scelta d’indirizzo, quella della privatizzazione, che cozza oltretutto contro la volontà popolare referendaria antiprivatistica confermata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale per quanto riguarda la gestione dei servizi che tutelano beni collettivi.

Caro Gaetano, mi riferisco al tuo scritto su “ il golfo” dell’ 8 settembre ma il mio dire va oltre e si rivolge anche alle addormentate nostre istituzioni locali, alle maggioranze ed alle opposizioni , ai  Sindaci delle isole del Golfo di Napoli che stanno tradendo il loro ruolo non solo perché col loro silenzio esprimono un nullismo politico estremamente dannoso per la collettività ma anche perché un fatto così serio, qual è il dopo Caremar, che investe il nostro futuro e la programmazione economica e di sviluppo anche civile delle nostre comunità rimane privo del dibattito politico e delle conclusioni dei singoli Consigli Comunali. Un’area di stagnazione e di interessata rassegnazione sta emergendo nella società ed il Tuo articolo contribuisce a dare forza ad essa poiché non stimola riflessioni sui tanti perché di una vicenda assai torbida che parte da lontano, quando i nostri armatori locali invece di attuare pienamente il loro compito di imprenditori trovano il tempo d’impugnarono davanti alla Comunità Europea il ruolo sociale e politico della Caremar  tacciando come aiuti indebiti quelli destinati alla Caremar ; contributi che oggi, a privatizzazione avvenuta, non disdegnerebbero.


Ho letto il Tuo articolo e con maggiore convinzione Ti dico che sono contrario alla privatizzazione della Caremar e, per le argomentazioni che ti offrirò, non penso di poter essere tacciato di nostalgico anche perché di questa Caremar delle ultime ore - per la gestione  fallimentare che presenta e per la volontà politica regionale che la sostiene e caratterizza - prima ce ne sbarazziamo e meglio è; ma questo non significa certamente cederla ai privati! Un profondo rinnovamento strutturale e gestionale va ricercato ( sempre nei confini del pubblico ! ) per garantire alle comunità isolane certezze e diritti: i servizi minimi per le loro esigenze di mobilità e di lavoro e di studio e per gli approvvigionamenti dei beni di prima necessità; i servizi energetici e di trasferimento dei “ rifiuti “ che oggi sono nelle mani monopolistiche dei privati, privi di concorrenza con grossi risolti economici ai danni delle comunità isolane; un mercato, quest’ultimo, per il quale nessun intervento liberatorio è in programma!
Parecchie sono le cose che non dici e molte le inesattezze che riporti tanto da lasciare l’impressione che l’articolo - che cade a ridosso di qualche iniziativa istituzionale locale, sia pure appena tiepida – sia stato pilotato ( non dico commissionato! ) perché l’evento del 21 settembre venga accettato come liberatorio e salvifico di una situazione di sfascio che guarda bene la si vuole attribuire al soggetto e caso mai ai lavoratori marittimi e mai a chi l’ha determinata.  Conoscendoti, però, non ho dubbio che nulla di cui sopra Ti appartiene e che, per fretta, abbia prevalso solo la Tua carenza di riflessione critica e di informazione.
Ma entriamo nel merito. Intanto la svolta che tu chiami rivoluzionaria io la definirei più propriamente involutiva  perché essa asnnulla i riconosciuti sani principi della Legge 169/75  ed i subentranti armatori, anche  i più illuminati ed umani che il mercato ci offre, certamente non farebbero quei servizi che oggi la Caremar fa perché colpiti da spirito francescano.  E’ bene che i Tuoi lettori sappiano qualcosa in più sulla vicenda economica che sta alle spalle dell’eventuale nefasto evento dell’apertura delle buste previste per il 25 settembre prossimo. La società Caremar viene valutata e messa in gara per 6 milioni di euro al rialzo ( dico sei milioni! ), di contro i subentranti avrebbero il contributo statale annuo di circa 20 milioni ( dico circa ventimilioni! ) oltre i proventi dall’attività ( che nel bilancio 2011 sono registrati  con una cifra che supera i 21 milioni ! ) per un saldo tra entrate ed uscite che sicuramente nel primo anno d’esercizio supererebbe i 35 milioni di euro a cui andrebbe sottratto il debito sommerso, salvo  la costituzione di una bad company  come è avvenuto in altre analoghe circostanze che assegnerebbe alla collettività  tale addebito. Per gli anni successivi, e quindi per ben otto anni,  i privati godrebbero di entrate che al minimo sono di circa quaranta milioni, così come oggi sulla carta ha la Caremar. Con la privatizzazione, si ha pertanto, solo un passaggio di proprietà dal pubblico ai  privati con tutti i problemi che la gestione comporta ( penso al rinnovamento della flotta! ) ed i privati per guadagnare di più già li vedo protagonisti negli uffici  regionali e ministeriali ad adoperarsi per ridurre lo spazio del pubblico pur conservando i contributi, per rafforzare la loro presenza nei servizi residuali, per darsi da fare per alzare le tariffe dei servizi OSP e, nel contempo, ridurre i diritti sindacali e le tabelle di armamento a tutto discapito della qualità, della mobilità e della sicurezza degli utenti, parametri costantemente garantiti dalla Caremar.
Il Tuo articolo, caro amico giornalista, crea problemi anche per quanto riguarda la fiducia che hai nel futuro per gli altri servizi OSP  nel momento in cui  parli di regole nuove ( come se in questi anni non ce ne siano mai state! ) e nulla dici circa la necessità di assegnare le linee mediante gara europea. Oggi i nostri armatori privati, al contrario della Caremar che è espressione di una volontà parlamentare, godono di un privilegio che limita il mercato non previsto da normative sia locali che europee.  Di che regole parli quando abbiamo assistito in questi anni, a far data dalla legge regionale 3/2002 messa subito sotto i piedi da un esecutivo regionale, ad accaparramenti di linee in cambio di atti di sottomissione mai pienamente sostenuti nel tempo, a serrate mai condannate, a ricatti inaccettabili ed a furbizie di bassa lega come l’ultima quella delle corse serali Gestur da e per Pozzuoli  e Napoli che a distanza di oltre un mese dall’assegnazione per gara ancora ci vengono negate e tutto ciò avviene nella piena disponibilità, se non complicità, di una Regione Campania che si avvita sempre più su se stessa?
Caro Gaetano, hai l’intelligenza e la forza morale per dirla tutta sui trasporti marittimi, non lasciarti pertanto condizionare da frasi fatte e notiziole da corridoio  e studia ed indaga come un bravo giornalista fa quando vuole superare la semplice cronistoria della cronaca e vuole invece guardare oltre l’evidente, per assolvere pienamente al suo ruolo professionale. Gli elogi a tizio e a caio trovano il tempo che trovano e sulla vicenda Siremar / Compagnia delle Isole molto ancora c’è da scoprire e da scrivere se andiamo a verificare la sua composizione strutturale ( che comunque è a partecipazione regionale ) e le società a scatole cinese che ne sono coinvolte;  e le sorprese non mancheranno e tanti silenzi anche locali allora avranno per Te e per i Tuoi lettori un’altra lettura; se vuoi in questa direzione molto cammino potremmo fare insieme! Me lo auguro per il bene che insieme vogliamo alla verità ed alla nostra collettività.