Ischia News ed Eventi - Maratonisole, il mito di Filippide si rinnova nelle isole del Golfo

Maratonisole, il mito di Filippide si rinnova nelle isole del Golfo

Ischia, partenza della Maratonisole dal piazzale del Castello Aragonese

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Un corridore deve correre con i sogni nel cuore, non con i soldi nel portafogli (Emil Zatopek)

La storia tramanda che Filippide (emerodromo, ovvero l’emissario di generali e politici che trasmetteva i messaggi semplicemente correndo da un punto all’altro della Grecia) in cerca di aiuto per sconfiggere i persiani percorse 42 km dalla piana di Maratona fino ad Atene. La leggenda dice anche che Filippide, al termine dell’ultima corsa Maratona-Atene, morì per il grande sforzo fisico. Cosa accomuna le isole di Ischia, Capri e Procida con la Grecia? Il blu’e bianco tipico del mediterraneo,l’architettura di Santorini, Paros, Mikonos non e’ poi tanto diversa dalla Via Krupp, S.Angelo, la Corricella.

La città di Atene non è poi tanto diversa dalla nostra Napoli, detta anche Partenope perchè la sua origine è legata ad una leggenda secondo la quale la fondatrice della città fu Phartenope, leggiadra fanciulla che viveva in Grecia: tanta storia, tanto sole, tanto traffico e Ischia, Capri e Procida in lontananza!! Certo la loro salsa tzatziki (salsa a base di yogurt e cetrioli) non si sposa appieno con la nostra cucina, al sirtaki (danza popolare greca) preferiamo la tarantella, ma dal 2005 le tre “sorelle” dell’ arcipelago campano hanno un motivo in più per guardare alla penisola ellenica con una punta di orgoglio: la Maratonisole.

La storia ha raccontato di diverse maratone, da quella commovente di Dorando Pietri alle olimpiadi di Londra del 1908, tagliò per primo il traguardo, sorretto dai giudici di gara che l’avevano soccorso dopo averlo visto barcollare più volte, stremato dalla fatica. A causa di quell’aiuto fu squalificato e perse la medaglia d’oro. Come non ricordare il trionfo di Gelindo Bordin (presente alla Maratonisole del 2007) alle olimpiadi di Seul del 1988, fino allo strepitoso successo di Stefano Baldini nel 2004, e sapete dove?... Ad Atene Negli anni sempre più appassionati si cimentano in questo “sport di testa”dove aspetti di personalità, motivazione, capacità di concentrazione, gestione dei fattori emotivi e dinamiche di gruppo sono i principali ambiti di interesse sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona, avrà indubbiamente provato.

La forma mentale è una componente essenziale del programma di preparazione globale di un maratoneta, e aggiungerei con particolare enfasi: la forza di volontà. E su questo punto, non me ne vogliano gli amici di Capri e Procida, ma secondo me l’Isola d’Ischia offre il personaggio che ha fatto della forza di volontà il suo personale “modus essendi”: Giovanni Sasso, per gli amici Gianni. All’eta’ di 16 anni dopo un terribile incidente dovette dire addio ad una promettente carriera calcistica per l’amputazione della gamba destra. Una mazzata tremenda, ma ecco entrare in scena la forza di volontà…. e li Gianni sposa la maratona. Lo si vede spesso correre con una gamba rimasta orfana che ha dovuto lavorare per due portandolo fino al gran successo di New York prima e Chicago poi, dove si è laureato campione del mondo della sua categoria: quella delle persone speciali. Come Terry Fox che divenne famoso per la “Maratona della speranza”, una corsa effettuata nel 1980 da una costa oceanica all’altra del Canada con una protesi alla gamba destra, con la finalità di raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro. E’ stato votato il canadese più importante del XX secolo e ogni anno in Italia in suo onore si disputa la “Terry Fox Run” con lo scopo di continuare la battaglia di quel riccioluto canadese. Queste due esempi, ma ce ne sono diversi come lo stesso Fabrizio Macchi ex detentore del record battuto da Giovanni Sasso, dovrebbero essere ricordati ogni qualvolta durante il percorso si pensa di non farcela, dove i riflessi si appannano, dove la fatica avanza, il passo sta per cedere.

Correre su un isola e’ sicuramente diverso dal Parco Sempione a Milano, la musica del mare ostituisce quella dei moderni i-pod, i tramonti mozzafiato non sono coperti dai mega palazzi finanziari, fare stretching in spiaggia con bagno in mare, può sembrare strano per chi vive in città ma il miglioramento dell’umore e della sensazione di benessere (grazie alla liberazione di endorfine) non è lo stesso. Offrire all’ ospite un immagine di “sport&benessere” delle tre isole rientra sicuramente in quel famoso contesto del “fare sistema”, dove le bellezze naturali accompagnano lungo i singoli percorsi la nobile e sofferta maratona. La speranza e che negli anni questa manifestazione faccia da traino ad una fattiva collaborazione tra le tre isole per promuovere su scala nazionale ed internazionale un prodotto che dall’ enogastronomia al benessere offre all’ ospite una scelta di primo ordine. Una tre giorni all’insegna dello sport sano con la partecipazione delle scuole, giornate ecologiche sposando quel concetto di competizione puro e genuino che troppe volte viene offuscato dalla voglia del risultato a tutti costi, imposto da sistemi che hanno più a che fare con il mondo dell’ economia che con quello del sudore. Correre una maratona non e’ da tutti, ma pensare di non potercela fare e’un insulto al mito di Filippide.

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