Ischia News ed Eventi - Una domenica sospesi tra cielo e mare

Una domenica sospesi tra cielo e mare

Domenica tra cielo e mare

Animali e natura
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Non potrebbe essere meglio descritta l’atmosfera che si è respirata  domenica scorsa, 4 marzo 2012, durante l’escursione, organizzata dai soci ischitani della sezione di Napoli del CAI (Club Alpino Italiano). La giornata, inserita nel calendario delle attività annuali della Commissione Regionale di Escursionismo del CAI, ha previsto il seguente itinerario: da Campagnano a Monte Vezzi, passando per  Piano Liguori. I partecipanti, circa una trentina, in parte arrivati da Napoli e da Procida ed in parte isolani si sono  ritrovati alle 11 presso la piazzetta di Campagnano, dove sono stati accolti dai referenti ischitani  della sezione Francesco Mattera e Giovannangelo De Angelis. Verso le 11.20 il gruppo si è messo in marcia verso il sentiero totalmente a strapiombo sul versante  sud/orientale dell’isola, il più antico da un punto da vista geologico.

Il percorso è iniziato costeggiando la splendida Baia di Cartaromana in fondo alla quale sono ancora visibili i resti di “AENARIA” la vecchia Ischia Romana sommersa. Si è proseguiti poi per un agile sentiero a strapiombo su varie insenature, lungo il quale confluiscono e catturano l’attenzione i terrazzamenti ripidissimi coltivati a vigneti.  I vitigni ischitani qui godono di un microclima favorevole, anche rispetto ad altre zone isolane, per l’esposizione ad Est Sud-Est, per la presenza del particolare suolo, fertilizzato dalla cenere vulcanica e  per l’abbondanza delle precipitazioni stagionali. Per questo motivo le piante possono essere disposte sui filari in modo da crescere in altezza, ottimizzando le risorse ivi presenti, energie e spazio. In un attimo si è giunti a Piano Liguori: qui si ha la sensazione di vivere in un luogo senza tempo. Case arroccate, tante abbandonate o semiabbandonate, sono attualmente abitate da un paio di famiglie, mentre fino ad una cinquantina di anni  fa vi risiedevano più nuclei familiari.

Le costruzioni non seguono una pianta urbana regolare, per cui le viuzze si dipanano anche tortuosamente, lasciando intravedere begli scorci che evidenziano un intreccio interessante di elementi naturali e architettonici. Continuando sempre attraverso i vigneti  e cantine ricavate nella tenera roccia vulcanica ed attraversando i  castagneti ed i lecci, che caratterizzano questa zona, si è giunti fino alla cima del Monte Vezzi, un duomo vulcanico di 394 mt. Questo è uno dei pochi punti dell’isola dove è  possibile ammirare contemporaneamente sia l’isolotto di S.Angelo che quello del Castello Aragonese e dove si ha una vista completa della morfostruttura geologica del Monte Epomeo, oltre che del Montagnone e del Cratere dell’Arso (dove nel 1301 ci fu l’ultima eruzione isolana).  Riscendendo il gruppo ha proseguito fino alla “Scarrupata di Barano”, una delle più belle pareti, con vari strati di materiali vulcanici testimonianza dei vari eventi eruttivi che hanno interessato la zona e da cui si può godere uno degli scorci più belli dell’isola verde. Dopo una curva a gomito, si apre l’orizzonte sul mare, con una vegetazione che costeggia il percorso tipica degli ambienti costieri: l’elicriso, l’artemisia,la timelea, il rosmarino,il cisto, il lentisco.

Procedendo col mare che costeggia il passo e rapiti dal contrasto tra i vigneti, curati ed ordinati e tra la  florida e selvaggia macchia Mediterranea che arriva fin dove la pendenza delle insenature lo consente si  è ritornati all’abitato di Piano Liguori, dove il gruppo ha sostato presso la vecchia trattoria sita su uno dei tanti terrazzamenti posto ai confini dell’abitato, dove si apre una vista spettacolare sull’orizzonte del mare, che abbraccia Capri, Punta della Campanella, Monti Lattari e, dunque, la costiera sorrentina fino al golfo di Napoli con il Vesuvio. La giornata, non  particolarmente  limpida, è stata comunque resa unica grazie alla luce particolare che ha fatto si che i colori del cielo e del mare sfumassero  l’uno nell’altro. Il godimento degli occhi è stato accompagnato da quello del gusto, assaporando la semplice e genuina cucina casareccia, derivata dai prodotti dell’orto, delle viti e degli olivi dei gestori. Il percorso si è concluso ritornando a Campagnano.

Il susseguirsi di vedute mozzafiato del golfo di Napoli, campagne coltivate a viti ed alberi da frutta, strapiombi che danno sul mare aperto, la forte empatia che si è creata nel gruppo e la possibilità di aver viaggiato tra la storia e le tradizioni di questa parte dell’isola hanno sicuramente  offerto un’esperienza unica  che ha  lasciato spazio alla mente ed all’anima  a di riequilibrasi con il corpo.  Ed è da questa esperienza, che verrà sicuramente ripetuta, che nasce la consapevolezza di voler valorizzare e riscoprire questo aspetto dell’isola, un’isola che nonostante continua a sorprendere grazie al profondo ed intricato intreccio tra elementi naturali ed antropici, un’isola “sospesa tra cielo e mare”.

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