Ischia News ed Eventi - Come avviare un Piano per il Lavoro - Di Giuseppe Mazzella

Come avviare un Piano per il Lavoro - Di Giuseppe Mazzella

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Leggo con una attenzione reverenziale gli articoli del prof. Mariano D’Antonio sull'edizione napoletana di “Repubblica”.

Ho sempre considerato il prof. D’Antonio, che ha insegnato economia politica per oltre 40 anni nelle Università di Napoli e Roma, un Maestro perché con lui – che era all’inizio della carriera – ho sostenuto l’esame di “Economia Bancaria” il 12 ottobre 1971 presso la Facoltà di Economia e Commercio di Napoli prendendo un modesto 21 su 30 di una materia abbastanza complessa che avevo studiato su un complicatissimo libro senza mai andare ad una sua lezione.

Erano gli anni della liberalizzazione dei piani di studio con la scomparsa dei cosiddetti “complementari”. Il Professore voleva mettermi di più. Ricordo quella sua osservazione: “vedo che è un allievo intelligente ma non completo”. Gli risposi che non avevo seguito le lezioni e che abitavo ad Ischia e cioè ero uno studente fuori sede. Mi rispose: “Ma ci potevamo telefonare per chiarirle qualcosa”. Non avevo mai incontrato tanta disponibilità e tanta umanità in un professore universitario. Restai stupito. Avevo iniziato l'Università nel novembre del 1968 al tempo dei “Baroni delle Cattedre” tanto che la “rivolta del ‘68” a Napoli avvenne un anno dopo e proprio da Economia e Commercio.

Ho seguito l’impegno politico del prof. D’Antonio. Prima nel PCI e poi nel PSI al Comune di Napoli negli anni ‘70 fino all’esperienza con Antonio Bassolino alla Regione Campania come assessore alle finanze ed alla programmazione economica come esperto esterno. Ho seguito sempre la sua preziosa attività pubblicistica ricavandone conoscenze ed approfondimenti sempre documentati, ragionati e con grande obiettività e realismo. D’Antonio è un Keynesiano convinto e crede nell’intervento pubblico in Economia. Ma non ha mai nascosto le sue delusioni per la qualità della classe politica sia della prima sia della cosiddetta seconda Repubblica. Ha avuto anche negli anni ‘90 una responsabilità amministrativa a Sviluppo Italia, l’agenzia pubblica creata dal Governo per aiutare il Mezzogiorno, e che oggi si chiana “Invitalia”.

Per dottrina e percorso di vita attribuisco a D’Antonio grande autorevolezza. Mi sono ispirato anche e soprattutto a Lui nel mio impegno politico e giornalistico sia quando ho militato nel PSI sia quando ho svolto il compito di consigliere comunale di Casamicciola dal 1975 al 1983. Questa impostazione keynesiana non mi ha mai lasciato ed ho sempre cercato di trasferire sul piano locale quanto vedevo proporre e fare in altre località del Mezzogiorno e quindi NON era impossibile farlo anche a Casamicciola e nella nostra isola d’Ischia.

Da qui anche la mia condivisione per l’azione concreta di Enzo Mazzella nel Comune di Ischia e nella Regione Campania e la mia laicità, nel senso di esprimere stima e considerazione ed anche dissenso verso persone e personalità oltre il limite angusto di un Partito. Anzi di essere ancora più critico e polemico nei confronti del PROPRIO partito fino a lasciarlo completamente molti anni prima della sua dissoluzione.

Non mi vanto affatto di questa elementare “libertà di pensiero e d’azione” perché le polemiche nascevano dai fatti ed i fatti negativi non possono essere propagandati per positivi. Ho già avuto modo di esprimere condivisione per le ultime analisi di D’Antonio soprattutto per quanto riguarda la necessità inderogabile del buon funzionamento della Pubblica Amministrazione a tutti i livelli senza la quale non può realizzarsi nessun “aiuto” al Mezzogiorno. Condivisione per la denuncia di D’Antonio sullo spreco dei fondi europei per opere inutili che sono state realizzate nei Comuni e che – quando si è trattato di strutture – restano chiuse per la non previsione dell’onere più grande: la GESTIONE.

Bisogna qui nell’isola d’Ischia aprire gli occhi e vedere lo spreco dei fondi europei e regionali e provinciali per la Villa La Colombaia di Forio acquisita a caro prezzo, ristrutturata due volte ed oggi chiusa con una “Fondazione” di diritto privato di cui non si conosce l’esatto ammontare della voragine del passivo. Vedere lo spreco dei fondi europei per “ristrutturare” l’Osservatorio Geofisico di Casamicciola per farne un “Centro Didattico” (che significa?) e snaturando la sua natura senza tener minimamente conto degli oneri di GESTIONE. L’Osservatorio oggi è chiuso. Oggetto addirittura di una vertenza giudiziaria tra due imprese edili per un ALTRO lavoro INUTILE sotto il bellissimo terrazzo che chiamai “sull’ infinito” per il meraviglioso panorama.

Come c’è il merito di un Uomo politico nella Città d’Ischia ci debbono stare “demeriti” degli uomini politici a Forio e Casamicciola. I fatti parlano non le polemiche o i personalismi.

Queste cose evidentemente sono successe anche in altri luoghi della Campania conosciuti dal prof. D’Antonio che è stato l’UNICO ASSESSORE della Regione Campania che raccolse il mio appello per il recupero del Pio Monte della Misericordia invitandomi, logicamente, ad impegnare il COMUNE dal quale deve partire lo “sviluppo locale”.
Confermata la stima per il prof. D’Antonio debbo dichiararmi deluso dal suo intervento apparso sabato 18 febbraio 2017 che porta lo stesso titolo di questo mio intervento. D’Antonio infatti non spiega CONCRETAMENTE come avviare un piano per il lavoro.

Cita la proposta del “governatore” Vincenzo De Luca: 200mila assunzioni nella Pubblica Amministrazione. Cita la sua esperienza di assessore al lavoro del Comune di Napoli negli anni ‘70 con la legge 285 del 1977 cosiddetta sull’occupazione giovanile grazie alla quale migliaia di giovani entrarono nella Pubblica Amministrazione.

Ma non propone un’altra legge similare e si limita a proporre la messa in ordine nella spesa di finanziamenti concessi dal Governo nazionale e dall’Unione Europea ed ancora un rapporto più positivo del sistema bancario “a favore di imprese meritevoli di affidamento creditizio”. Tutto qui. Se fossero attuate queste proposte sarebbe già tanto o molto. Ma questo è stato già proposto e non è stato realizzato.

Il sistema bancario TUTTO ha dimostrato ampia apertura verso le imprese “meritevoli” ma le sue difficoltà sono state determinate proprio dalla facile erogazione di finanziamenti ad imprese che NON erano meritevoli per il fatto semplicissimo che non riuscivano a produrre utili sufficienti per rispettare i loro impegni finanziari. Una “Banca del Mezzogiorno” come vuole fare il Governo NON serve se non può dare “contributi a fondo perduto” per almeno il 30 per cento degli investimenti proposti.

Ed allora? Un Piano Straordinario per il Lavoro ai giovani può avvenire solo con una legge similare a quella del 1977 e la proposta del governatore De Luca non è affatto campata in aria. Il problema è che De Luca non trova d’accordo per IMPOSSIBILITA’ FINANZIARIA il Governo del suo partito, il PD, che dovrebbe trovare i fondi straordinari per un simile massiccio – ma necessario – intervento.

Da qui la proposta del modesto allievo con 21 su 30 di una Imposta Straordinaria sui Redditi per un Piano Straordinario per il Lavoro ai Giovani nella Pubblica Amministrazione.

Come pure non bastano nuove “agenzie pubbliche” per rilanciare gli investimenti al Sud con i nomi nuovi come “INVITALIA” o “Sviluppo Campania” ( ma a che serve?) o “Agenzia per la Coesione Territoriale” ( ma quando parte? E che cosa farà concretamente?). Occorre una Nuova Cassa per il Mezzogiorno ed occorre un “Ministero per il Mezzogiorno” con “portafoglio” NON “senza portafoglio”.

E diciamola tutta occorre la “centralizzazione” delle decisioni da parte del Governo perché non solo le Regioni ma soprattutto i COMUNI non si sono dimostrati capaci di gestire un intervento “straordinario” comunque così chiamato.

Lo “Sviluppo Locale” può ripartire dai Territori SOLO se ha interlocutori certi,forti,operativi. Questo interlocutore dovrebbe essere un Ministero per il Mezzogiorno.

E per chiudere con J.M. Keynes: “il lungo termine è una guida fallace per gli affari correnti: nel lungo termine siamo tutti morti”.
Ai vivi non resta che il breve termine.