Ischia News ed Eventi - Rubriche

E’ oggi il tema dell’unificazione amministrativa dell’isola d’Ischia cioè un unico Comune in luogo di sei la questione veramente prioritaria? Un efficiente assetto istituzionale, al tempo dell’imminente “federalismo” che, comunque lo si interpreti nelle nebbie giuridiche che la Lega Nord incrementa e non diminuisce, vede al centro la Regione che legifera e programma su di un territorio abbastanza vasto e storicamente consolidato, è così importante in un’area di turismo ipermaturo come il caso dell’isola d’Ischia? Lo spezzettamento amministrativo in sei Comuni – che finiscono tutti di fronte allo sviluppo economico e sociale – per essere “Comuni-Polvere” governati da una scadente classe politica che ha ridotto i consigli comunali a poco meno o poco più di assemblee condominiali con indecenti spettacoli di degrado del valore della Parola, è oggi dannoso in un momento di stagnazione o peggio ancora di recessione economica mondiale, europea e buon ultima nazionale, rappresenta un pericolo per mantenere in vita un armamentario industriale di circa 3 mila imprese con una forza lavoro disponibile di 13 mila unità in un’area così piccola di soli 46Kmq. e con 60 mila abitanti che ne fanno una delle isole più abitate del mondo?

Stiamo vivendo un'epoca nell'isola d'Ischia dove la politica non ha progettualità. E' in fondo lo stesso scenario nazionale - che è preoccupante al massimo grado perché prefigura una vera e propria crisi istituzionale con la minaccia da parte di Berlusconi di proporre lo scioglimento in caso di crisi di una sola Camera - ma qui da noi vengono inseriti nello scarso dibattito temi da “specchietto per le allodole” come la fusione di tre Comuni o la costituzione di un sol Comune che rientra nelle cose che l'Ente Regione ”potrebbe” fare così come “potrebbe” fare anche il Comune nuovo di Lago Patria spezzettando quelli di Pozzuoli e Bacoli mentre non si discute di quello che l'Ente Regione – la grande delusione del decentramento amministrativo della Repubblica auspicato con la prima riforma del 1970 – “può” o forse “deve” fare applicando semplicemente le leggi regionali che sono in vigore.

L’acquisizione dell’ex-Jolly Hotel o Grande Albergo delle Terme di Ischia da parte del gruppo industriale DimHotels rappresenta un fatto POSITIVO nel panorama economico e finanziario dell’isola d’Ischia da molti punti di vista.

E’ un fatto positivo – senza dubbio alcuno – che si rafforza una imprenditoria contemporanea, al tempo del turbo capitalismo, “endogena” e non più “esogena” cioè di ischitani che sono fieri della loro origine, fieri di aver affrontato il rischio di impresa partendo da un umile commercio di frutta e verdura, fieri al punto di garantire con la loro “ischitanietà” il loro prodotto presso i loro clienti.

I giornali dovranno puntare sulla “qualità” e sulla “autorevolezza” – stampa scritta e Web devono essere interdipendenti – quali prospettive per il presente ed il futuro del quotidiano locale?

“I Giornali non moriranno purché puntino sulla qualità e sulla autorevolezza e in un’epoca lontana, non so quando, sarà possibile un ritorno della carta stampata come protagonista”. Lo ha affermato Walter Isaacson, 58 anni, americano, ex direttore di “Time Magazine”, ex amministratore delegato della CNN che il Presidente degli USA, Barack Obama, ha posto alla presidenza del Broadcasting Board of Governor.

La Rassegna d’Ischia, pubblica - nel n.5 del mese di ottobre 2010, presente nelle edicole dell’isola d’Ischia - l’ampio servizio su “Ventotene, l’isola di Altiero”, a firma congiunta di Gianni Vuoso e Giuseppe Mazzella che fa seguito a quello realizzato lo scorso anno su “Ponza, l’altra Ischia”. Abbiamo in animo di proseguire l’analisi anche con un servizio su Capri ed un altro su Procida.

Forse la” boutade” del consigliere regionale della destra, Domenico De Siano, per la costituzione di un sol Comune in luogo di Ischia, Casamicciola e Lacco Ameno lasciando gli altri tre, Forio, Barano e Serrara-Fontana al loro destino, dimostra l’asfissia del vero dibattito politico nell’isola d’Ischia poiché la dignità del dibattito è tale se ha interventi costanti e non episodici, autorevoli, diffusi e carichi di contenuto non per il gusto della parola – usata spesso per distrarre l’opinione pubblica dalle vere responsabilità della classe dirigente inventando polemiche improduttive - ma affinché la parola diventi azione e sostanza. Se c’è la sinistra qui e altrove battesse un colpo. Anche il rumore può servire qualche volta rispetto al silenzio.

C’è una guerra dei Manifesti cioè delle “dichiarazioni solenni”, di quello che si dovrebbe fare nelle più importanti località turistiche della Campania al tempo della nuova globalizzazione, della competizione o concorrenza turistica mondiale, della recessione dell’economia. E’ una guerra del tutto similare a quella che i vari candidati fanno durante le campagne elettorali imbrattando, attraverso i loro attacchini, i muri delle città e dei paesi. Belle parole, grandi slogan, molto fumo poco arrosto.

Anche Capri, l’isola Azzurra, ha il suo Manifesto programmatico. Lo hanno commissionato nientemeno che al Censis, il più importante Istituto di ricerca negli studi sociali, i due Comuni, Capri ed Anacapri, dell’isola Azzurra – cara a Munthe e Malaparte ed a tanti altri intellettuali che hanno creato il Mito di Capri - in collaborazione con 4 associazioni di categoria e con la Fondazione Capri Excelence costituita da facoltosi imprenditori locali con l’obiettivo di realizzare Grandi Eventi.

Altri articoli …